La Chiesa parrocchiale di San Carpoforo a Bissone


Situata all’uscita meridionale del villaggio, la chiusa parrocchiale di San Carpoforo appare isolata rispetto all’antico e compatto nucleo urbano di Bissone. L’edificio, orientato sull’asse est-ovest, rivolge la sua fronte verso il lago e verso la strada che già in periodo medievale passava presso la chiesa. La prima notizia su San Carpoforo compare in un documento del 1148, allorquando i territori di Bissone appartenevano al convento milanese di Sant’Ambrogio.

Le sue origini sono tuttavia da ricercare nel periodo longobardo (sec. VIII). Nei pressi della chiesa in epoca medievale sorgeva un castello, andato distrutto ma ancora documentato alla fine del XV secolo. Nel 1474 la parrocchia di Bissone si stacca eclesiasticamente dalla chiesa madre di Riva San Vitale, centro dell’omonima pieve e appartenente alla diocesi di Como; ciononostante la separazione totale si avrà solo nel 1622.

Mancando qualsiasi forma di documentazione un’indagine archeologica approfondita, non si può stabilire la struttura e l’aspetto dell’edificio nel periodo medievale, mentre a partire dall’ultimo quarto del XVI secolo, con l’inizio delle visite pastorali dei vescovi comaschi, è possibile ricostruire la sua storia.

L’edificio cinquecentesco presentava già una pianta basilicale a tre navate, con coro rettangolare. La navata centrale possedeva una copertura a capriata mentre le due navate laterali e il coro erano coperti da volte. La facciata dipinta era interrotta da tre porte e da un oculo che sovrastava un portico. Nel corso degli ultimi anni del XVI secolo e nella prima metà del secolo successivo, gli altari laterali, originariamente addossati alle pareti, lasciano il posto ad alcune cappelle che vengono ad inserirsi nelle due navate laterali e si aggiungono all’unica cappella già presente sin dal XV secolo, quella del fonte battesimale.

Durante l’ultimo quarto del XVII secolo l’edificio conosce una profonda ristrutturazione, la quale dà origine alla chiesa che si può vedere attualmente, ad eccezione della facciata, eretta dopo il 1730. I lavori già richiesti dal vescovo Torriani durante la sua visita del 1670, prendono avvio nel 1676 a seguito di una riunione fra alcuni cittadini bissonesi, alla quale partecipano Carpoforo e Giovanni Pietro Tencalla, il primo pittore e il secondo architetto. Ambedue finanziano l’opera di rifacimento svolgendo pure la funzione di impresari e, nel caso di Carpoforo, di esecutore di pitture murali nel coro.

L’analisi dell’edificio tardobarocco e in particolare dell’esuberante impianto decorativo, caratterizzato dall’equilibrata unione di stucchi e pitture e realizzata negli anni Ottanta del XVII secolo, deve mettere al centro dell’attenzione la famiglia Tencalla, senza la quale sarebbe impossibile definire i legarmi che intercorrono tra l’edificio bissonese e alcuni importanti centri nordalpini.

Durante gli ultimi anni del XVII secolo si completano le decorazioni di alcuni altari laterali.
L’interno dell’edificio non ha più conosciuto importanti trasformazioni dopo la fine del Seicento; alcuni interventi sono stati di carattere conservativo.

Nella seconda metà del XVIII furono realizzati la cantoria e un dipinto murale illusionistico sulla parete della cappella del fonte battesimale.

La prima metà del XIX secolo ha lasciato alcuni motivi decorativi dipinti sulle volte delle navate principali e sui pilastri di alcune cappelle. L’edificio, soprattutto nella sua parte interna, non è mai stato oggetto né di un profondo e accurato restauro, né di un’indagine archeologica tendente al chiarimento delle sue origini.

Oratorio di San Rocco


Il secondo edificio sacro di Bissone è l’oratorio di San Rocco, che delimita il nucleo antico del paese verso settentrione. Innalzato negli anni Trenta del Seicento, esso mantiene tuttora il suo originale carattere barocco, ben espresso soprattutto dalla elegante facciata. L’interno presenta un’unica navata a due campate nella quale si aprono due piccole cappelle laterali e un coro quadrangolare. Nell’essenzialità dei volumi e delle linee architettoniche, l’edificio rimanda al filone classico dell’architettura sacra del XVII secolo, preferendo concentrare in facciata le esperienze più innovative e aggiornate sul gusto barocco, con riferimenti all’area lombarda e romana. Fra le testimonianze più interessanti dell’oratorio si possono ricordare alcune statue in stucco e delle tele raffiguranti dei santi del periodo controriformistico. In particolare si sottolinea la pala dell’altare maggiore, al cui centro, a fare da sfondo ad un gruppo di personaggi sacri, si intravvede una accurata veduta dell’antico nucleo di Bissone così come doveva apparire nella prima metà del XVII secolo.

Tratto da: “La chiesa parrocchiale di San Carpoforo a Bissone TI” di Ivano Proserpi. Editore: Guide ai monumenti svizzeri a cura della Società di Storia dell’arte in Svizzera. La guida è stata pubblicata con la collaborazione del Consiglio Parrocchiale e con un contributo del Lodevole Municipio di Bissone.